venerdì 5 aprile 2013

Diabete mellito di tipo 2 e attività motoria

Diabete mellito di tipo 2

Il diabete mellito di tipo 2 è una patologia che generalmente insorge dopo i 40 anni, e non mostra, almeno in un primo tempo, carenza assoluta di insulina, ma solo relativa. La concentrazione plasmatica dell'ormone, anzi, è spesso superiore alla norma, mai tessuti bersaglio offrono una resistenza patologica alla sua azione. Questi soggetti  non sono legati strettamente alla somministrazione esogena di insulina, anche se possono averne bisogno per un buon controllo metabolico: il diabete di tipo 2 è anche detto, perciò, non insulino- dipendente. La carenza relativa di insulina determina iperglicemia e glicosuria, ma la presenza di insulina in circolo impedisce che si arrivi alla chetoacidosi, anche in presenza di concentrazioni plasmatiche di glucosio molto elevate. L'intesa glicosuria che accompagna una forte iperglicemia provoca disidratazione. Inoltre, gli acidi grassi liberati dal tessuto adiposo anch'esso resistente all'azione dell'insulina, giungono al fegato, dove vengono utilizzati per produrre un'eccessiva quantità di trigliceridi, immessi nel plasma come lipoproteine a bassissima densità VLDL. All'accresciuta produzione di VLDL si aggiunge il loro diminuito catabolismo, per la ridotta attività dell'enzima che dovrebbe idrolizzarle, la lipoprotein lipasi: ne risulta una dislipidemia, nella quale all'aumento delle VLDL si associa la riduzione del colesterolo veicolato delle lipoproteine ad alta densità HDL. 

Diabete mellito di tipo 2 ed attività motoria 
Nel diabetico di tipo 2 l'esercizio fisico regolare apporta numerosi benefici al punto tale da essere considerato parte integrante del programma terapeutico del soggetto, insieme alla terapia dietetica e farmacologica. Il beneficio primario indotto dall'esercizio fisico è dato dal miglioramento della sensibilità da parte dei tessuti periferici all'azione dell'insulina. E' consigliabile lo svolgimento di attività aerobiche che implicano lo svolgimento di contrazioni submassimali ripetitive di grandi gruppi muscolari, quali quelle che vengono effettuate nel nuoto, nel cammino a passo svelto, nella corsa e nel ciclismo. Il carico dell'esercizio suggerito è un carico inferiore del 10-15% a quello di soggetti non diabetici di pari età. E' bene che l'esercizio non superi mai il 60% del VO2max e che comporti un dispendio di 500-1000 kcal superiore ai livelli di base, con sessioni di esercizio della durata di 15-20 minuti con intervalli di riposo regolare di 2 minuti.

Fonti: Medicina dello Sport, L. Aldo Ferrara
Fonti Immagini: salute.doctissimo.it


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