L' Attività
Fisica Adattata, meglio nota con la sigla APA, dall’inglese “Adapted
Physical Activity” o dal francese “Activité Physique Adaptée”, è una materia
interdisciplinare che comprende l’educazione fisica, le discipline sportive, la
riabilitazione funzionale e le scienze motorie al servizio delle persone in
difficoltà. Lo sport adattato comprende tutte quelle discipline che vengono
ideate per coloro che presentano dei bisogni particolari. Alla luce di questa
definizione, se consideriamo la pallacanestro uno sport “normale”, possiamo
definire la pallacanestro in carrozzina uno sport adattato. L’adattamento
dell’attività motoria e sportiva per le persone disabili è fatto abbastanza
recente. L’idea nacque negli anni ‘40, nell’ambito della riabilitazione. L’iniziatore
fu Ludwig Guttman (1899 – 1980), neurochirurgo, direttore del National Spinal
Injures Centre dell’ospedale Stoke Mandeville, vicino a Londra, il quale,
operando con soldati reduci della seconda guerra mondiale, invalidi più o meno
gravi, si rese conto dell’importanza della pratica motoria e sportiva per la
loro riabilitazione. Guttmann ebbe il grande merito di comprendere il vantaggio
della collaborazione attiva del paziente nella riabilitazione, soprattutto per
la prevenzione e la terapia delle “affezioni satellite” che affliggono il
mieloleso, quali la depressione, le patologie urinarie, le piaghe da decubito,
ecc. Grazie allo sport i pazienti di Gutmann rinforzarono non solo la
muscolatura delle braccia e delle spalle, raggiungendo risultati di molto
superiori a quelli della chinesiterapia, ma ritrovarono anche la voglia di
vivere e la volontà di essere attivi. Il Consiglio d’Europa, istituì un
apposito gruppo di studio che stilò nel 1984 la Carta Europea dello sport per
tutti, in cui si sottolineò il valore sociale dell’accessibilità alla pratica
sportiva da parte dei disabili; in essa si affermò, infatti, che:
“l’accessibilità nella pratica sportiva da parte di utenti (pubblico e atleti)
portatori di handicap diviene sempre più condizione indispensabile per fare
dello sport un servizio ed un fenomeno rispondente alle attese della società”.
A Berlino nel 1986 fu data la prima vera definizione di APA, ovvero : ogni
movimento, attività fisica o sport che può essere praticato da individui limitati
nelle loro capacità da deficit fisici, psicologici, mentali o da alterazioni di
alcuni grandi funzioni. Alla base di tale pratica vi era l’idea che ciò che può
essere fatto deve corrispondere alle reali capacità del soggetto, e che si
debba partire da lui e dalle potenzialità residue del disabile. Attualmente il
concetto di APA si è ulteriormente ampliato, considerando tutti gli adattamenti
utilizzati sia per la popolazione dei disabili sia per tutte le categorie di
soggetti con problemi speciali: anziani, malati organici (diabetici, asma,
obesi, anoressici ecc.), fino a comprendere soggetti che si trovano in
situazione di disagio e di esclusione sociale, quali detenuti, malati di Aids,
ecc. Tale elenco è destinato probabilmente ad arricchirsi ulteriormente,
includendo le nuove categorie che via via si verranno a formare, quali, ad
esempio, i bambini piccoli o degenti in ospedale, ecc. Per quanto riguarda le
discipline sportive, accanto a sport tradizionali adattati come il basket e
l’atletica leggera in carrozzina, abbiamo anche sport di nuova invenzione come,
per esempio, il Torball per ipovedenti e non vedenti.o il Baskin (basket
integrato), creato per far giocare insieme persone normodotate e disabili.
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