sabato 16 marzo 2013

Scherma in carrozzina : storia, screening tests e categorie



1.Storia della scherma in carrozzina

La nascita della scherma in carrozzina risale al 1953 ed è immediatamente successiva a quella dello sport in generale praticato dagli atleti disabili, quale strumento riabilitativo e di recupero degli invalidi della seconda Guerra Mondiale, attuato dal Professor Ludwig Guttman già dal 1948 in Inghilterra, paese che ha dato i natali al movimento paralimpico internazionale. La scherma in carrozzina, dunque, è sempre stata nel programma gare dei Giochi Paralimpici estivi fin dalla prima edizione di Roma 1960 ed è stata, anche in Italia, una delle prime discipline ufficiali del Comitato Italiano Paralimpico, praticata già prima degli Anni '60 in seno al Centro Paraplegici di Ostia dell'Inail, diretto dal Professor Antonio Maglio, Padre della Sport Terapia. La scherma in carrozzina non perde minimamente l'aurea di fascino e nobiltà che circonda questo sport. Anzi, a detta di esperti, la tecnica impiegata da questi atleti è perfino superiore a chi ha la possibilità di utilizzare gli arti inferiori. Questo è il risultato della particolare posizione che gli atleti disabili assumono in pedana. La carrozzella non è libera di muoversi, ma viene fissata a terra in posizione ortogonale alla pedana, più o meno in mezzo alla stessa. Questo, ovviamente, impedisce di muoversi avanti o indietro. I contendenti saranno, quindi, sempre a tiro e l'intensità dell'incontro sarà diversa e maggiore da un match tra normodotati. Nella scherma tradizionale, anche i più profani notano che il movimento delle gambe è fondamentale per schivare il colpo o per affondarlo, nonché per prendere attimi di pausa e respiri profondi. Nella versione per disabili, gli sfidanti non hanno modo di respirare affatto: l'unica parata che dà sicurezza deve assolutamente essere seguita da un contrattacco. Non si può indietreggiare o prender tempo, un attimo di riflessione viene pagato molto di più che in una competizione tra normodotati. E' questa velocità e questa mancanza di tregue che fanno della scherma in carrozzina uno sport avvincente ed emozionante.
2.Scherma e disabilità

Lo sport si configura come un potente strumento per migliorare la qualità della vita non solo dal punto di vista fisico ma anche e soprattutto da quello psicologico. Diversi studi hanno infatti evidenziato le proprietà “terapeutiche” dell’attività sportiva palesando come essa permetta di ottenere benefici di diversa natura. Prescindendo da quelli di evidente ritorno, quali la migliore efficienza delle funzioni fisiologiche ed organiche, dal punto di vista psicologico sono molti i benefici: si va dall'accrescimento dell’autostima all'aumento della fiducia in se stessi, dalla socializzazione all'incremento dell’autoefficacia. Lo sport per diversamente abili fa riferimento ad una realtà in notevole incremento e si configura come un efficace strumento per migliorare la qualità della vita. Per un disabile, praticare uno sport è un modo per mettere in luce e sviluppare le proprie abilità residue, incrementando anche quelle capacità personali e sociali che permettono una maggiore espressione di sé. Non va dimenticato che la pratica sportiva ha anche un’importante valenza relazionale e socializzante e si configura, dunque, come un forte strumento di integrazione sociale. Mediante lo sport è possibile effettuare un intervento su diverse dimensioni cruciali al fine dell’incremento del benessere (evidenziando così numerosi punti di contatto con gli obiettivi che vengono promossi dagli interventi riabilitativi). Si fa in sostanza riferimento ad un intervento che agisca sulle capacità residue che non mortifichi il deficit ma sviluppi le potenzialità del soggetto. Lo sport, inoltre, permette di effettuare un intervento incentrato sulle capacità residue dei soggetti, dunque effettuato non mortificando il deficit ma sviluppando le potenzialità. Da un’indagine svolta a Palermo presso la sede in cui si svolgono attività schermistiche per soggetti in carrozzina: Villa delle Ginestre, un centro per la diagnosi, cura e riabilitazione dei Medullolesi spinali, è emerso che sembra plausibile supporre che la scherma offra ai soggetti la possibilità di sperimentarsi in situazioni nuove, nelle quali sentirsi capaci e soddisfatti. Nonostante venga percepita la difficoltà della disciplina, infatti, i soggetti sembrano dimostrare l’utilità della scherma ai fini dell’incremento della capacità di mettersi alla prova e di competere con se stessi e gli altri non lasciandosi abbattere dalle difficoltà: dalle risposte fornite emerge che la pratica della scherma e la partecipazione alle competizioni abbia contribuito ad aumentare la fiducia in se stessi ed i sentimenti di forza e sicurezza. Ciò è molto importante poiché sembra un chiaro segno di apertura alla possibilità di sperimentarsi in comportamenti volti all'autonomia.

                                 3.Aspetti tecnici della scherma in carrozzina
Le competizioni sono divise per arma (fioretto, spada e sciabola) e per sesso, esattamente come quelle della scherma in piedi. La differenza sostanziale sta nella pedana che per gli schermidori disabili fissa le carrozzine per mezzo di ganci che scorrono su binari permettendo così l'avvicinamento o l'allontanamento degli atleti prima dell'assalto. La distanza tra i due schermidori viene determinata dall'atleta con il braccio più corto che, disteso armato, deve incontrare quello armato dell'avversario in un determinato punto. Le misure cambiano a seconda del tipo di arma. La scherma in carrozzina è praticata soltanto dagli atleti con disabilità fisiche (amputati, paraplegici, tetraplegici e les autres).
3.1 Le armi

Il fioretto_ E' un'arma di punta. Il bersaglio valido è il busto, se la stoccata è portata al di fuori del giubbetto elettrico che determina il bersaglio valido l'azione viene comunque arrestata. Il fioretto è un'arma convenzionale, ovvero l'atleta che per primo acquisisce la priorità d'attacco ha ragione sull'avversario, che per difendersi dall'azione offensiva dell'attaccante, dovrà neutralizzare l'attacco con un gesto difensivo (parata), e successivamente contrattaccare (risposta).
La spada_ E' un'arma di punta. Il bersaglio valido è tutta la parte superiore del corpo dello schermidore. Il limite inferiore del bersaglio è come quello definito per la sciabola e comprende ogni parte del corpo al di sopra di una linea orizzontale tracciata tra le due parti superiori delle piegature fra cosce e tronco dello schermidore in posizione di guardia. La parte inferiore del corpo e la carrozzina sono coperte da una mantellina elettrificata che le isola, non facendo suonare l'apparecchio elettrico. Nella spada non vige la convenzione schermistica, per cui il punto è dell'atleta che prima tocca l'avversario
La sciabola_ E' un'arma di punta, taglio e controtaglio. Il bersaglio valido è tutta la parte superiore del corpo dello schermidore, delimitata da un giubbetto elettrico e da una maschera elettrificata. La sciabola è un'arma convenzionale, ovvero l'atleta che per primo acquisisce la priorità d'attacco ha ragione sull'avversario, che per difendersi dall'azione offensiva dell'attaccante, dovrà neutralizzare l'attacco con un gesto difensivo (parata), e successivamente contrattaccare (risposta).
La “Convenzione schermistica” (Applicabile solo al Fioretto ed alla Sciabola) sostiene che l’atleta che per primo acquisisce la priorità di attacco ha ragione sull'avversario che, per difendersi dall'azione offensiva dell’attaccante,dovrà cercare di neutralizzare l’attacco con un gesto difensivo (parata) e successivamente ad andare a stoccata (risposta).
                                                   4.Le categorie e i test
Il criterio usato per la classificazione di un atleta è prettamente funzionale: in base ad una serie di test specifici, viene riconosciuto un livello di classificazione grazie al quale atleti con diverse abilità, ma relativa parità funzionale, potranno gareggiare insieme (metodo integrato). Nei test vengono effettuate prove funzionali consistenti in una valutazione dell’abilità del busto di flettersi, estendersi ed inclinarsi frontalmente e lateralmente con o senza l’uso dell’arma, compiendo gli stessi gesti tecnici della Scherma.



Categorie (Classificazione specifica per la Scherma)

Vi è una classificazione a seconda del tipo e la portata della disabilità degli schermidori. Il sistema di classificazione consente agli schermidori di competere contro altri con un analogo livello di funzionalità. La scherma ha tre classi:

Categoria C: atleti tetraplegici
Categoria B: atleti paraplegici non deambulanti
Categoria A: atleti con paraplegie basse, deambulanti, amputati, emiplegici, spastici

Fonte immagini : www.sienafree.it , www.schermabresso.it 

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